VIDEO
Coordinamento del progetto: Mariapia Rizzi Narrazione (LIS): Gabriella Grioli Consulenza linguistica: Luigi Lerose Grafica: Enrico Doriguzzi
Riprese video: Gabriele Clementi

VOLUME
Traduzione (LIS-ITA): Stefania Berti Consulenza linguistica: Luigi Lerose Illustrazioni: Licia Zuppardi
Grafica: Enrico Doriguzzi Stampa: Arti Grafiche Nencini

Editore: Mason Perkins Deafness Fund Onlus, Via T. Pendola 37 - 53100 Siena www.mpdfonlus.com

Il volume è stato realizzato grazie al contributo del Rotary Club Siena est e dei dieci ristoratori che hanno aderito al progetto MangiaFavole (Babazuf, Liberamente Osteria, Ristorante Guido, Porri-One, Ristorante Numero Unico, Osteria del Gusto, Boccon del Prete, Osteria del Gatto, Il Duomo, Osteria da Cice).

copyright 2015 MPDF Onlus

Esisteva un mondo,
un mondo spartito tra terra e mare
…ma questi due non se la intendevano,
bisticciavano, bisticciavano e bisticciavano…

Laggiù, nella profondità del mare, si ergeva uno splendido e maestoso castello e lì viveva il Re del Mare, un autorevole re, con una possente coda e il tridente! La più piccola delle sue tre bellissime figlie si chiamava Stella, aveva due deliziose mani con dita affusolate, mani che nell’esprimersi ondeggiavano sempre con grazia.

Era giunto il diciottesimo compleanno di Stella e così suo padre dispose grandiosi festeggiamenti: uno scintillio di luci accompagnava la miriade di pesci che guizzavano ovunque, le alghe rigogliose distesero le loro chiome e le sirene sfrecciavano gioiose sulle carrozze. Stella arrivò fluttuando e, con i movimenti eleganti della sua coda, si posò.

Poi con le sue mani armoniose diede avvio a melodiosi canti: immediatamente i pesci l’ammirarono rapiti, le conchiglie si schiusero verso di lei e le loro perle diffusero un brillio tutt’intorno, da ogni parte le folte alghe ne furono ammaliate. Stella era assorta nella sua melodia, quando il padre con tocchi ben cadenzati alla spalla richiamò la sua attenzione.

Lei gli rivolse lo sguardo e lui con la lingua degli abitanti del mare, che si esprime con movimenti ben definiti della mano e delle dita, annunciò:
- Cari auguri, ora hai diciotto anni e puoi andare e venire nel Mondo del Mare come desideri tu ma, mi raccomando, non andare nel Mondo di Terra. Quel mondo non ci capisce.
Con gli occhi rivolti al padre, titubante ma ubbidiente, Stella assentì:
- Va bene.
Iniziò così a gironzolare per il mare approssimandosi alla superficie e contemplò il sole filtrare dall’acqua.

Decise di affacciarsi oltre, perciò la coda iniziò a roteare verso l’alto e una volta arrivata si sporse un po’, quasi sbirciando il cielo, poi ancora un po’.
Il cielo è celeste: è bellissimo...
Intanto uno stormo di uccellini si librava in alto, lassù.

Poco lontano c’era uno scoglio, si posò avvolgendolo con la sua pinna ed iniziò ad accarezzarsi la lunga chioma di capelli. Era estasiata dallo scenario che il mare offriva, quando all’orizzonte apparve una nave. Era una nave importante, aveva uno scafo molto robusto e scivolava lenta sopra la distesa d’acqua. Pian piano avanzava. Sul ponte della nave i marinai, che muovevano le labbra senza sosta, erano molto indaffarati, gettavano e sollevavano reti da pesca dall’acqua e tendevano funi; Stella seguiva il loro daffare mentre le mani scor- revano ancora sui capelli.

Uno di loro scherzava e rideva: - ah, ah, ah. Ad un certo punto, nell’allegria di queste burla, fece anche un gesto con la mano sicché l’interesse di Stella ne fu solleticato,
... chissà che sta dicendo...
Stella lo fissò ancora più incuriosita, le mani lentamente rallentarono sui capelli, poi lo vide. Vide un viso con meravigliosi occhi, incorniciato da capelli neri e ne fu subito affascinata.

Tutt’un tratto, il cielo sollecitò Stella: era plumbeo e minaccioso, cominciò a piovere e in un batter d’occhio si scatenò una tremenda tempesta. Le onde del mare si gonfiarono sempre più fino a diventare davvero impetuose, la nave sballottolava pericolosamente, era impossibile stare in equilibrio e l’urto contro un faraglione la fece inclinare troppo: iniziò il naufragio.

Quell’uomo scivolò sul ponte della nave, batté la testa e sprofondò negli abissi. Stella, avendo assistito al succedersi degli eventi si allarmò, nuotò con destrezza verso la zona del naufragio e lo cercò nel mare. Una volta trovato, con fatica lo sollevò e lo riportò presto a galla e poi nel Mondo di Terra.
Qui, sulla battigia, Stella si soffermò con lui e con tenerezza accarezzò il suo volto.
Lui sentì una mano scorrere sul viso.
Stella tentò il risveglio con leggeri buffetti sulla guancia, lui socchiuse gli occhi ma ciò che vedeva era sfocato; poi riuscì ad aprirli un po’ di più e intravide lei e una sua mano che, con precise posizioni delle dita, si muoveva nell’aria.
Lei si stava presentando: - Sono Stella.

Lui però era troppo affaticato, troppo, tentò di stare desto ma perse i sensi.
In quel momento Stella alzò lo sguardo e avvistò delle persone avvicinarsi, quindi lo spinse ancora più a riva e si ritirò svelta fra le onde. Con il capo a fil d’acqua lo guardò ancora, che tristezza, come le si stringeva il petto. Sconsolata appoggiò il braccio su di uno scoglio e sopra ci adagiò il capo continuando a seguirlo con lo sguardo: lui si risvegliò confuso di lì a poco, nuovamente circondato da persone che muovevano le labbra, lentamente cercò di rialzarsi.

In quel momento dal cielo planò un uccello di mare che si adagiò vicino Stella e, con leggeri tocchi d’ala alla spalla di lei, la richiamò.
I loro sguardi s’incontrarono, dunque le chiese: - Che succede?
Stella ammise: - Sono triste, mi si stringe il cuore.
L’uccello di mare annuì, ben comprese questo struggimento.
Per un attimo ancora si guardarono, poi la sconsolata Stella con un tuffo s’ immerse e tornò al castello.

Appena entrata, una delle sue sorelle domandò impensierita: - Tutto bene?
Stella era disorientata ed esitava: - … non proprio … ho visto un uomo bellissimo, ha capelli neri e due meravigliosi occhi grandi e celesti …

Detto ciò, sfilò lesta in un’altra stanza, quante lacrime:
… stare insieme a lui non sarà possibile mai!
E pianse, pianse, pianse.

… ma papà potrebbe aiutarmi? … no.
E la strega? … sì, lei sì.

Andò così alla ricerca della strega nelle profondità scure del mare, incrociò parecchi pesci lungo la via, passò oltre vari massi e infine, là in fondo, intravide una casa: una casa un bel po’ sghemba. Arrivò alla soglia della porta e pigiò il pulsante.

All’interno della casa si mise in funzione una luce a intervalli: ACCESA spenta - ACCESA spenta - ACCESA spenta

Un’altra volta: ACCESA spenta - ACCESA spenta - ACCESA spenta

La spregevole strega del mare, una piovra con un naso rugoso, penzolante e flaccido e due grossi bitorzoli sbilenchi sulla testa, scivolò con le sue tante braccia verso la porta e la aprì: - Stella?!?
Intimorita, Stella annuì: - Sì.

La strega, con un risolino bieco, le fece cenno di accomodarsi.
Una volta sedute una di fronte all’altra, la strega chiese: - Perché sei qui?
Stella era intimidita, ma spiegò: - Non voglio più la mia pinna da sirena, vorrei delle gambe per camminare.
Ah?! La strega era sorpresa, ma senza esitare domandò: - In cambio cosa mi daresti?
Stella ci pensò un attimo, ma non le venne in mente nulla, sicché rispose:
- Qualunque cosa.
La strega, con un ghigno, propose: - Il tuo dire e cantare con le mani è un incanto, me lo cedi?
Stella era molto indecisa, ma poi frettolosamente rispose: - Ma sì, come vuoi.
La strega l’avvertì: - Avrai le tue gambe, però l’andatura non sarà sicura, anzi sarà rigida e traballante.
Senza indugi Stella accettò: - Non importa.
La strega concluse l’accordo: - Allora va bene.
E iniziò a compiere i riti magici.

Le mani mischiarono sostanze oscure, spuntarono luci improvvise e abbaglianti fino all’ultimo preciso lampo, quando apparve un braccialetto scintillante che avvolse il polso sinistro della strega: il naso rugoso, penzolante e flaccido si rimpiccolì, i due enormi bitorzoli sulla testa sparirono e al loro posto comparvero bei capelli fluenti e un corpo di donna, snello e aggraziato.
Stella, avendo assistito al tutto era esterrefatta, ma si sentì mancare e cadde svenuta.

Si risvegliò frastornata, davanti a sé aveva l’infinta distesa d’acqua del mare, era a riva.
Abbassò lo sguardo e ... la pinna non c’era più! Aveva le gambe! Che gioia! Per convincersene le volle toccare, sì, erano proprio gambe!
Si alzò e provò a camminare: si sentiva rigida e malferma, era davvero faticoso.

Là, poco lontano, lui stava guardando la riva del mare... Chi sarà? Sembra ...
Corse fino a raggiungerla, lei era ancora confusa e tutta sottosopra per le sue nuove gambe, perciò con dei tocchi alla spalla le comunicò la sua presenza e subito dopo iniziò a muovere le labbra. Stella non conosceva quel modo di comunicare, ne conosceva un altro e purtroppo non poteva neanche usarlo: le sue mani non potevano più esprimere nulla.

Lui ritentò, ma lei era davvero spaesata, allora con dolce premura le avvolse le spalle con un braccio e s’incamminarono insieme verso un castello.
Una volta raggiunto il castello, lui che era il principe, diede a Stella un vestito di tessuto leggero e vaporoso che indossò subito. La gonna ondulata si apriva a campana verso l’orlo, le braccia erano arricchite da maniche corte a sbuffo, infine s’impreziosì il capo con un piccolo fermaglio trattenendo a lato i lunghi capelli.
Insieme andarono a passeggio e poi anche a cavallo.

Giunta la sera, erano a cena, quando piombò tra loro una donna. In un attimo lo sguardo di tutti ne fu catturato: aveva capelli neri, lunghi e mossi, indossava un braccialetto scintillante nel polso sinistro e ostentava un’andatura piena di sé. Poco dopo le sue mani iniziarono a muoversi, erano rivolte al principe, e dissero: - Ciao mio bel principe.
Il principe ne fu subito interamente stregato, come un fantoccio allocchito si alzò e si diresse verso questa donna ammaliante, verso il suo sguardo intrigante, le raccolse le mani e le racchiuse dolcemente all’interno delle sue. Rimase lì a guardarla, imbambolato.

Stella aveva assistito sbigottita al susseguirsi della scena ed era sconvolta: piangendo a più non posso la sua pena, uscì e corse via, con forza spalancò il grande portone del castello e si adagiò sul balcone di fronte al mare. Se ne stava lì, sfinita e prostrata, quando ... : - Stella!Perché piangi? Ti aiuto?! Chiese preoccupata una delle sue sorelle facendo capolino dall’acqua. Stella non rispose, non poteva, infelice più che mai tentennò appena il capo; sua sorella rimase a guardarla, senza poter intervenire.

Nel frattempo il principe e la misteriosa donna erano sempre rimasti vicini con le mani nelle mani, scambiandosi continuamente fitti sguardi inebrianti.
All’improvviso il principe propose: - Ci sposiamo domani?
Lei affermò:- Si.

Il mattino seguente la nave per celebrare le nozze era pronta, lungo le fiancate erano tutti seduti, gli uni dietro agli altri. Anche il grande albero, lì vicino, era stato abbellito: le fronde e il fogliame insieme raffiguravano un’enorme sfera.
La sposa indossò il suo bianco vestito, alzò l’avambraccio e guardò con perfida fierezza il suo braccialetto luccicante: - Oggi sposerò il mio principe! Ah, ah, ah!
S’incamminò verso la nave e così fece anche il principe. Lì s’incontrarono, incrociarono i loro sguardi e si sorrisero.

Stella li osservava, ma questa pena era insopportabile per lei: piangendo corse di fronte al mare e sentì il desiderio di entrarci.
La sorella la destò: - Vieni, dai, vieni!
Non posso tuffarmi, è impossibile ... e con un gesto indicò le gambe.
La sorella incalzò: - Dai su...
Stella scosse la testa ... no.
E ancora lacrime.

Intanto sul ponte della nave i due sposi avanzavano, l’uno a fianco dell’altra, scambiandosi talvolta intensi sguardi.
Fu allora che dal cielo spuntò l’uccello di mare, tratteneva l’anello nuziale tra le punte del suo becco. La sposa era estasiata, guardava l’uccello di mare avvicinarsi in volo, quindi alzò la mano sinistra perchè l’anello sarebbe stato infilato da lui. Era quasi arrivato, quando con una spinta decisa del becco lo lanciò via, lontano lontano...
... poi l’uccello continuò il suo volo, giunse svelto al polso della sposa, pinzò il braccialetto luccicante e con un movimento rapido del becco lo strappò via!

Riapparve subito il preciso lampo del rito magico, la sposa si bloccò per un istante, era attonita. Comparvero immediatamente il naso rugoso, penzolante e flaccido, i due grossi bitorzoli sbilenchi e il corpo snello e aggraziato si tramutò in quello della spregevole strega del mare, la piovra; veloce raggiunse la fiancata della nave, si tuffò e si spinse lontano.

Il principe rimase immobile e sconcertato, di sasso.
Nel contempo Stella era ancora là, a ridosso del mare con le mani appoggiate sulle gambe, desiderava tanto immergersi ma non era possibile.

Ma... ma che succede?!
Un tremito e tutt’ intorno cominciò a ribollire ...
La pinna! La pinna zigzagava a destra e manca, vivace più che mai!
Stella non aveva ben capito che stava succedendo e in men che non si dica si ritrovò a tuffarsi e nuotare nel Mondo del Mare.

Il principe intanto si era accasciato con la testa ricurva su di un braccio, era deluso e arrabbiato, riusciva solamente a battere pugni.

Nel frattempo Stella decise di affiorare dal mare, quindi la coda iniziò a roteare verso l’alto e con il capo a fil d’acqua osservò il principe, poi con un cenno della mano provò a richiamarlo. Ci riprovò una seconda volta, con più slancio. Ecco che il principe alzò lo sguardo, vide lei e una sua mano che, con precise posizioni delle dita, si muoveva nell’aria.

Con un dolce sorriso lei lo salutava e si presentava: - Ciao, sono Stella. Il principe trattene il respiro... Siii! E’ lei!
Scapicollandosi verso il mare si tolse rapidamente qualche vestito e con un tuffo scoordinato si lanciò in aria e splash! Pochi attimi dopo erano tutti e due con i visi appena sopra la distesa d’acqua, uno di fronte all’altra.

Il principe accarezzò il volto di Stella, Stella accarezzò il volto del principe e poi lo racchiuse con entrambe le mani, avvolgendone le guance. A quel punto, con l’armonia delle sue mani gli disse: - Sono Stella e sono innamorata di te.
Lui non capiva, non conosceva la lingua degli abitanti del mare, quindi con un’espressione interrogativa tentò di riprendere le movenze delle mani di Stella, chiedeva spiegazioni:- ...inn...t...?

Stella, avendo ben compreso che non comunicavano nello stesso modo, lo guardò con tenerezza, gli prese la mano e se la portò al petto, sul cuore: pum, pum, pum.
Il principe fece lo stesso con la mano di Stella: pum, pum, pum.
I due si scambiarono uno sguardo d’amore e serenità avvicinando lentamente i loro volti, volendo far incontrare l’uno con l’altro mentre là, lontano lontano all’orizzonte, il sole calava pian piano.

E da quel giorno
il mondo non fu più spartito
tra terra e mare…
… insieme diventarono un unico,
intero mondo

Un progetto

+39 0577 573086
info@mpdfonlus.com

finanziato da